Ultimo capitolo della saga, il 25esimo, per James Bond, l'agente con licenza di uccidere. Al cinema, dopo una lunga attesa prolungata dalle consegiuenze della pandemia, arriva "No time to die" di Cary Fukunaga, e atto finale per Daniel Craig nei panni di Bond. E per l'occasione Craig mette in scena una rappresentazione di Bond meno glamour e meno ironica, capace di mostrare i suoi lati più intimi. Un Bond meno macho, che risente inevitabilmente degli effetti del Me-too, avvertiti in particolar modo ad Hollywood.
In "No time to die", accompagnato dall'omonimo brano di Billie Eilish che fa da colonna sonora al film, Bond ormai in pensione, si è scoperto più più buono e sensibile. Nei panni del cattivo, anzi del supercattivo, impegnato come sempre accade nei film di 007 a combattere per controllare o distruggere il mondo, troviamo Rami Malek nei panni di di Safin. L'arma letale stavolta, per restare al passo con i tempi, è un virus letale creato in una sperduta isola dell'Oceano Pacifico, che agisce anche secondo il DNA . Da sottolineare l'intuito degli sceneggiatori che hanno completato il loro lavoro prima del Covid essendo il film pronto da due anni.
Nei panni della bond-girl troviamo Madeleine (Léa Seydoux) da bambina alle prese con uno spettrale uomo in maschera bianca venuto a casa sua per uccidere il padre, membro della Spectre. Da grande l'incontro con Bond per le strade d'Italia(spettacolari le scene girate a Matera). Poi come sempre tanta azione in un vorticoso giro del mondo fino a Cuba sulle tracce della Spectre impegnata in una convenction della malavita internazionale. Torna anche un cattivo di precedenti episodi,ovvero Ernst Stavro Blofeld (Christoph Waltz) che vive isolato e fuori di testa, in una cella a Londra. Ed è qui che avviene l'incontro con Madeleine che nella sua qualità di psichiatra è tra le poche persone che ha accesso a Blofeld. Ma anche Bond avrà modo di tornare faccia a faccia con il cattivo che ha messo dietro le sbarre....