Oltre 300 cineasti hanno firmato una petizione a sostegno dei lavoratori precari del Cinema, rivolto in prima battuta agli organizzatori del Festival di Cannes, che potrebbe preludere ad uno sciopero in occasione dell'edizione di quest'anno. La petizione è stata lanciata da Le Collectif des précaires des festivals de cinéma, sindacato non ufficiale dei lavoratori ed ha raccolto prestigiose adesioni, tra le quali quelle di Joe Dante, John Landis, Louis Garrel e del regista belga e due volte vincitore della Palma d'Oro, Jean-Pierre Dardenne,
"Noi, registi, attrici, produttori, distributori, esercenti, tecnici, professionisti del cinema - si legge nella petizione -ci uniamo alla lotta portata avanti dai precari dei festival affinché le loro professioni siano affiliate al regime dell'intermittenza dello spettacolo, con 18 mesi di retroattività e che la loro attività siadisciplinata da un adeguato contratto collettivo. I festival cinematografici, qualunque sia la loro dimensione o impatto mediatico, sono un elemento essenziale per la vita e la circolazione dei nostri film. In Francia si contano più di 150 festival cinematografici che, su tutto il territorio nazionale, permettono a migliaia di spettatori di scoprire opere contemporanee o filmografie dimenticate e di incontrare professionisti provenienti da tutto il mondo. Negli anni sono diventati anelli imprescindibili della mediazione culturale, realizzando azioni durante tutto l'anno, creando un ponte tra i nostri film e il pubblico, le scuole e il mondo associativo. I lavoratori di questi festival svolgono missioni a breve termine, intervallate da periodi di non lavoro. Tuttavia, la recente riforma dell'assicurazione contro la disoccupazione (seguita da un'imminente offensiva governativa decisa da un decreto previsto per luglio) li getta in una precarietà tale che la maggior parte di loro sarà costretta a rinunciare alla propria attività. Sono quindi tutte le manifestazioni a cui collaborano che sono in pericolo. Non possiamo convincerci a vederli scomparire. Il Festival di Cannes, che riunisce l'intera professione, non può restare sordo alle loro richieste e deve contribuire, con il suo peso politico, a garantirne la realizzazione".