L'economia mondiale segnerà un progresso del 3,2% nel 2024 e nel 2025. Lo prevede il Fondo Monetario Internazionale (FMI) che nel suo rapporto evidenzia che si tratta comunque di una crescita bassa, che resterà debole nel medio termine ed esposta alle ombre che si allungano dall’alto livello del debito pubblico e dalla frammentazione del mondo in blocchi sempre meno dialoganti. Per il capo economista del Fondo, Pierre-Olivier Gourinchas, "L’inflazione è in calo e l’atterraggio morbido è alla portata, ma i rischi sono in aumento". Tra le variabili da tenere d’occhio per i prossimi sviluppi ci sono ovviamente le elezioni americane. Una vittoria di Trump porterebbe con ogni probabilità ad un aumento dei dazi e questo potrebbe danneggiare la crescita economica globale. Il rapporto FMI evidenzia una crescita Usa tre volte superiore a quella dell'Europa, da dove arrivano le note dolenti, a comnciare dalla Germania, tradizionale locomotiva dell'economia europea. L'FMI rivede inoltre al ribasso le stime di crescita italiane, dubitando quindi sulle previsioni fatte nei mesi scorsi dal governo, già messe in discussione peraltro, anche da Confindustria e da altri istituti. Secondo Washington, l’economia tricolore salirà dello 0,7% quest’anno e poi dello 0,8%. Per il governo Meloni, invece, è ancora raggiungibile il +1% tondo per quest’anno e un +1,2% il prossimo. In Europa va bene, al contrario la Spagna, con il FMI che vede il Pil del paese iberico al rialzo al +2,9% quest'anno (+0,5 punti percentuali) e confermato al 2,1% il prossimo.